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mercoledì 11 dicembre 2024

I MORTI SONO ESSERI SPIRITUALMENTE VIVENTI

(¯`*•.¸Momenti di VITA¸.•*´¯)
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I MORTI SONO ESSERI SPIRITUALMENTE VIVENTI

Anche coloro che sono morti prima di noi possono aiutarci. Molti sanno infatti benissimo che devono ringraziare i loro morti per le conoscenze spirituali acquisite. I nostri pensieri sono qualcosa di reale anche per loro. Essi percepiscono infatti la luce della verità spirituale, per cui la cosa più bella, il regalo più grande che possiamo fare, è leggere per loro qualcosa che abbia un vero contenuto spirituale. In questo modo, il pensiero luminoso si solleva verso i morti, fino alle regioni dello Spirito, mentre essi irradiano le loro forze giù sui viventi. Noi dovremmo pensare, parlare, agire con la coscienza di poter reggere lo sguardo dei nostri morti.

I migliori lettori per i morti sono gli esseri umani che hanno vissuto vicino a loro. Certo è comprensibile che noi piangiamo i nostri morti, ma se non possiamo superare questo stato d’animo, significa che non abbiamo fiducia nella sapienza che regna nel mondo e il desiderio che il nostro caro non sia morto e che si trovi ancora con noi, è un sentimento che danneggia il morto sopra ogni cosa.

Facilitiamo quindi la vita dei nostri cari che hanno passato le soglie della morte, sapendo che la sapienza che regna nel mondo, ha voluto prenderli con sé nel momento giusto, perché essa aveva bisogno di loro, in un campo dell’esistenza diverso da quello della vita terrena. Gli uomini dovrebbero imparare a parlare dei morti come di esseri spiritualmente viventi, così che possa certamente arrivare un momento, in cui nella propria anima si faccia strada il seguente sentimento: “Si, il morto opera come se agisse attraverso di me e io sento la sua forza.”

I morti sono solamente passati su di un altro livello di esistenza, ma operano ancora insieme e attraverso noi e noi dobbiamo imparare a chiedere loro consiglio. I morti si muovono in mezzo a noi, essi restano legati con gli esseri della Terra, fili di contatto scendono da essi verso l’esistenza terrena. Noi non possiamo né sentire né volere, senza che nel nostro sentire e nel nostro volere non operino questi morti, che erano legati karmicamente a noi.

Anche un nobile godimento estetico della natura, è nutrimento per il Devachan. L’attività e la beatitudine in questo mondo, consistono specialmente nell’attività creatrice. Così i morti lavorano alla trasformazione della fauna e della flora e i cambiamenti che avvengono sulla Terra sono dovuti al loro operare. In tutte le forze della natura dobbiamo vedere le azioni degli esseri disincarnati. Ciò che l’uomo non può fare qui sulla Terra, lo compie nel periodo che vive tra la morte e una nuova nascita.

Lo sviluppo dello spirito, inoltre ci rende meno dolorosa la separazione da coloro che amiamo, perché così apprendiamo che l’esserne divisi ha origine solo dalle limitazioni fisiche e che nello spirito potremo ritrovare la via verso di loro.



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