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martedì 15 ottobre 2024

DA LEGGERE... TROPPO BELLA Una delle più belle "storie d'amore"

(¯`*•.¸Momenti di VITA¸.•*´¯)
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DA LEGGERE... TROPPO BELLA

Una delle più belle "storie d'amore" del Principe della risata, che quasi nessuno conosce Il mio nome e' Antonio, e sto per morire.

Come faccio a saperlo? Se non siete mai morti non ve lo posso spiegare, ma vi assicuro che non e' così brutto come potrebbe sembrare. Ho avuto una vita straordinaria, ricca di amore e di successo, ed osservo con occhi sereni il nuovo cammino che mi attende. Questo è il momento dei fatidici bilanci, delle letture introspettive, del conto da pagare al termine della cena. Tutto quello che ho desiderato fare nella vita non c'è stato verso di impedimerlo, e posso affermare con fierezza di non avere alcun rimpianto, ma in questo inevitabile tramonto sono costretto a guardare negli occhi il più grande dei rimorsi. Torno indietro negli anni, e mi ritrovo giovane attore sulle assi del palcoscenico del Teatro Nuovo di Napoli. E' il 12 dicembre del 1929. Questo giorno non lo potrei dimenticare nemmeno se vivessi mille anni. Sono già abbastanza famoso, la sala è gremita, e tutti aspettano impazienti l'inizio dello spettacolo. Sono nel mio camerino, e fumo distrattamente. Il direttore del teatro, la buonanima di Peppino Quagliariello, mi da il "chi è di scena", e con un sorriso complice mi comunica: "Principe, terza fila, lato corridoio...uno spettacolo". All'epoca, la mia vista era quella di un'aquila e, incuriosito dalla notizia, attendevo di poter ammirare siffatto panorama. Mi presento al mio amato pubblico, ma nemmeno il tempo di un applauso ed il mio sguardo si posa, inevitabilmente, su di lei. Resto basito. Non c'è tramonto a Capri o alba a Mergellina, non c'è quadro d'autore o scultura di abile artista, che possa pareggiare la bellezza che osservo. Il suo fascino supera con facilità la distanza che ci separa, e mentre cerco di far ridere la gente, mi sento avvolgere dalla sua sensualità. Per esperienza personale, vi posso giurare che il "colpo di fulmine" esiste per davvero, e la saetta già si è impadronita del mio cuore. Continuo ad esibirmi solo per lei, e mi compiaccio di ogni suo sorriso. Terminato lo spettacolo, rifletto sulle mie prossime mosse, ma i miei pensieri vengono interrotti da una inaspettata visita in camerino.

Che donna audace: è lei.

Chiede l'onore di potermi conoscere. Mi schernisco, assicurandole che l'onore è tutto mio..."Signora...? Una voce suadente si presenta: " Sono Liliana Castagnola, attrice...ma non certo come Voi ".

L'amore può sbocciare in mille modi, il mio è nato ascoltando il suo nome.

Usciamo dal teatro, e scendendo i vicoli dei Quartieri Spagnoli raggiungiamo Piazza Dante. I tavolini del "53" ci accolgono con i loro inconfondibili sapori. Non ho fame, e mi sazio tramite il gusto della novità. Liliana parla, ride, e poi parla ancora. Che sensazione di benessere; attorno a noi la solita confusione, ma per me non c'è nessuno. Continuiamo a chiacchierare, e lungo Via Toledo approfondiamo la nostra conoscenza. Ogni racconto è lieve, misurato e delicato: due ragazzi si stanno semplicemente corteggiando. Al Caffe Gambrinus i camerieri fanno a gara per farmi accomodare, e noto uno sguardo di ammirazione negli splendidi occhi della donna al mio fianco. Sulle poltrone che ispirarono Di Giacomo e D'Annunzio, regalo il meglio di me, e Liliana si perde nei miei occhi. La prendo per mano e la conduco sui gradini di San Francesco di Paola. Tra il serio ed il faceto le dico che in quella chiesa la sposerò.

Lì ci siamo baciati per la prima volta.

La nostra storia si muove come un uragano: forte, impetuosa, ma assolutamente ingestibile.Troppo ricco di pettegolezzi il suo passato, per poter essere tollerato da un uomo orgoglioso come me, troppo ricco di inutili avventure il mio presente, per poter essere gestito da una donna gelosa come lei. Quanti bisticci, ma quanto amore!

Il mondo intorno a noi non ci aiutava. Biglietti anonimi, delazioni e falsità, ci allontanavano sempre di più. I nostri forti sentimenti venivano sporcati da queste ignobili infamie, ed era più il tempo passato a litigare che a fare l'amore.

Ma di un dolce abbraccio mi è caro al ricordo. Una tiepida mattina di aprile ci accompagnò in una passeggiata alle falde del Vesusio, e mi fece scoprire la fragilità di una tenera donna che veniva dipinta con colori a lei non adatti. Guardava preoccupata la cima dello sterminator Vesevo, e si stringeva a me piena di terrore, timorosa che dalla bocca del vulcano potesse sortire una minaccia di morte. Qualsiasi parola non riusciva a darle tranquillità, ma un bacio appassionato riuscì a distrarla dalle sue ingenue paure. Questa era Liliana: una bambina che troppo presto era diventata donna.

Quando si accorse che mi stavo allontanando, fece di tutto per restarmi vicino. Mi propose di lavorare insieme, accettando anche l'ultimo dei ruoli, ma non glielo concessi. Mi spostai per una tournée nel nord Italia, e diedi poco peso alle strazianti lettere, piene di velate minacce, che il mio amore mi scriveva. E' così difficile dividere l'uomo dall'attore. E' complesso capire quando è sincero o sta ancora recitando, ma credetemi, nel silenzio della notte, l'uomo mette a riposare il guitto e può finalmente piangere in assoluta libertà.

Non le credevo, pensavo fosse soltanto una messa in scena per farmi tornare da lei, ma nella misera Pensione degli Artisti, in un vicolo di Piazza della Borsa, la mattina del 3 dicembre 1930, Liliana Castagnola avrebbe abbandonato la vita. La notizia mi travolse come un treno in corsa. Nel momento in cui la vidi stesa sul letto, piccola e pura come una bambina, avrei voluto morire con lei, ma non funziona così, e per quasi quarant'anni ho dovuto sopportare questo peso. Quando ami qualcuno non puoi leggere missive che parlano di suicidio e riporle sulla scrivania con la presunzione di sapere cosa avverrà o cosa non accadrà. Quando ami una donna corri ad abbracciarla anche se sta dicendo cose stupide, cerchi di calmarla anche se la colpa non è tua.

Io non l'ho fatto.

Potrei sperare nel vostro perdono, ma il mio non l'ho mai meritato.

La mia unica figlia porta il suo nome, ma è scarso lenimento al mio dolore.

Amore mio, muoio. Spero di incontrarti presto .

Antonio De Curtis ( in arte TOTO' )



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