I misteri legati alla dea Iside restano i più
importanti e segreti di Neapolis. La dea era
identificata con la luna, quindi solo conoscendo la
forza trascinante dei riti lunari praticati per lungo
tempo dalla comunità di alessandrini presente a
Napoli in epoca romana – rituali notturni legati al
nascere e al tramontare della luna – si può capire il
grande amore dei napoletani per la luna e la notte.
Un’antica tradizione indica nei ruderi di una villa
romana a Marechiaro (il “Palazzo degli Spiriti”) il
luogo di accadimenti misteriosi, di presenze
notturne e forze magnetiche.
Sorella e sposa di Osiride, associata ai suoi
dolori e alla sua gloria, Iside fu la dea più popolare
dell’antico Egitto, nota nel mondo ellenistico anche
più dello stesso Osiride. Secondo il mito, Iside con
l’aiuto della sorella Nefti assemblò le parti del
corpo di Osiride, riportandolo alla vita. Per questo
era considerata una divinità legata alla magia e
all’oltretomba.
Non è agevole tracciare il suo profilo originale,
poiché nella mitologia la troviamo rappresentata
con caratteristiche profondamente umane: sposa
fedele, madre sollecita e benefattrice dell’Egitto.
Era ritenuta la dea della natura feconda, la cui influenza si fa sentire sull’uomo, sugli
animali e sulle piante.
Iside venne rappresentata in vari modi: come una vacca, insieme ad Hathor, o con corna
bovine tra le quali è racchiuso il sole, oppure con l’icona del falco o come una donna con ali
di uccello. Questa immagine della donna alata la si ritrova spesso dipinta sui sarcofagi
nell’atto di prendere l’anima tra le ali per condurla a nuova vita. Solitamente, però, la si
conosce raffigurata come una donna vestita con in testa un trono e con in mano un loto,
immagine di fertilità. Il suo simbolo è tiet, chiamato anche nodo isiaco, probabilmente
indicante la resurrezione e la vita eterna.
Il suo culto ha lasciato un segno tangibile nella cultura napoletana. Lo si può riconoscere
nel ferro di cavallo che spesso accompagna il corno per i riti scaramantici. Il ferro di cavallo,
infatti, non è altro che l’icona delle corna di Iside e dell’immagine arcaica che indica il ventre
materno e la mezza luna, che sono i simboli della fertilità della donna.
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