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lunedì 16 aprile 2018

'O BRORO 'E PURPO

Al posto del vin brulé e punch, un tempo a Napoli, veniva servito per poche lire nelle strade 'o broro 'e purpo bollente, in un bicchiere o in una tazza, dove si scorgeva anche un tentacolo che in napoletano si chiama “ranfetella”. In alcuni casi veniva proposto versato su un po’ di pane raffermo. Anche Matilde Serao ne “Il ventre di Napoli” (1890), cita il commercio del brodo di polpo. Oggi è scomparso dalle bancarelle dei venditori ambulanti ma compare nei menu di qualche ristorante o taverna in cui la cucina napoletana la fa da padrona, ma viene in genere servito come zuppa con fette di pane casareccio abbrustolito o fritto ed arricchito da qualche cozza. Secondo la tradizione il pepe rende il brodo di polpo un ottimo rimedio contro il raffreddore.


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