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sabato 4 marzo 2017

Mio padre diceva... 'O PATATERNO TE SCIOSCIA ARRETO! (Il Padreterno ti soffia dietro)

Ecco, questa è un'occasione ghiotta per raccontare un episodio che spesso mia madre raccontava a me... Quando presero in gestione la tabaccheria a Via Bernardo Cavallino (a Napoli), i miei genitori erano pieni di debiti. Spesso, per risparmiare, si dividevano un uovo, perché non avevano neanche i soldi per comprare il cibo necessario. Vivevano in una stanza in affitto a casa di una signora nei pressi della tabaccheria. Una sera, mio zio Emilio, fratello di mia madre, che aveva una fabbrica di lampadari e guadagnava bene, entrò in tabaccheria e invitò mia madre a cena. Mia madre rispose che aveva comprato della provola per cena e che quindi non sarebbe andata. Mio zio, per tutta risposta, e per cercare di convincerla, aprì l'involucro e ne fece un solo boccone... Mia madre avrebbe voluto scomparire, ma fece buon viso a cattivo gioco e gli spiegò che la cena l'aveva a casa; la provola era solo uno sfizio... Quando zio Emilio uscì dalla tabaccheria, mio padre guardò mia madre e disse: "E mo', che ce magnammo??" ("Ed ora che mangiamo?) Mia madre non si perse d'animo: prese dei soldi dal cassetto del bancone e disse a mio padre che sarebbero andati alla pizzeria più avanti a prendere una margherita da dividere in due. E così fecero. Sulla strada del ritorno, però, mia madre bloccò mio padre, gli indicò una cosa a terra e disse: "Vide chella cosa che è!" ("Vedi quella cosa cos'è"). Era una banconota da 5000 lire, con la quale si rifecero della provola mangiata da zio Emilio, della pizza comprata per cena e ne rimase anche del resto. Mio padre alzò la banconota, guardò mia madre e sorridendole le disse: "A te 'o Pataterno te scioscia arreto!"

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