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martedì 29 novembre 2016

Napoli: La chiesa di San Michele Arcangelo


Il pavimento della chiesa di San Michele Arcangelo è un'opera realizzata con riggiole in maiolica, decorate in modo tale da raffigurare il Paradiso terrestre e peccato originale[2], realizzata da Leonardo Chianese e custodita all'interno della chiesa di San Michele Arcangelo ad Anacapri. La chiesa di San Michele Arcangelo venne terminata nel 1719[3]: la realizzazione della pavimentazione avvenne circa quaranta anni dopo, precisamente nel 1761[3]. Probabilmente ispirato ad un dipinto di Francesco Solimena, andato perduto[4], ma anche dai racconti dei viaggiatori in luoghi esotici[5], il tema della raffigurazione sulle riggiole di maiolica è quello della scena biblica del Paradiso terrestre e del peccato originale[6]: si tratta di uno dei temi proposti più volte nel corso del XVIII secolo. L'opera, di fattura tipicamente napoletana ma che al contempo risente dell'influsso che ebbero le nature morte italiane e fiamminghe del XVII e XVIII secolo[5], fu realizzata da Leonardo Chianese[3], appartenente ad una delle più importanti famiglie di riggiolai[7], ma non si conosce da chi sia stato realizzato il cartone preparatorio sul quale il Chianese ha successivamente lavorato: priva di fondamento infatti è l'ipotesi che sia opera del Solimena[8]. Particolare Partendo dall'ingresso, sul fondo, è presente il cartiglio che indica l'anno di realizzazione del pavimento e il nome del suo realizzatore La prima scena è quella di una natura bucolica e contadina, pensata per essere un invito ai pastori e ai contadini, che potevano ammirarlo dall'esterno, ad entrare in chiesa[2]; si tratta di animali quali mucche, pecore e capre: in particolare una di queste è raffigurata su una roccia e starebbe a simboleggiare l'isola di Capri[5]. Si arriva quindi alla scena principale: al centro l'Albero della conoscenza del Bene e del Male[4], sul quale si intreccia un serpente, il diavolo, e poco più in basso l'arcangelo Michele su una nuvola, che impugna una spada infuocata, che scaccia Eva con lo sguardo implorante, mentre Adamo scappa spaventato[10]. Intorno alla scena la rappresentazione di acqua, piante, come alberi da frutta e girasoli, e numerosi animali[10], alcuni raffigurati con volto quasi umano[2], che simboleggiano i vizi umani ma anche gli insegnamenti della fede cristiana[11]: in particolare si nota un unicorno, simbolo di purezza[12], il coccodrillo con la bocca aperta, simbolo delle tentazioni del diavolo[11], il cervo, nemico del demonio[13], e ancora un elefante, dromedari, un giaguaro, un pavone, un riccio, un'aquila[14]. Sullo sfondo numerosi alberi, tra cui quello della vita, mentre il cielo è stellato con a sinistra il sole e a destra la luna in fase crescente[10]. Tutta l'opera è circondata da una fascia, sempre realizzata con maioliche, in giallo e nero[6]. Salendo sulla cantoria è possibile avere un'immagine d'insieme dell'opera: tale stratagemma venne studiato anche per permettere la veduta del pavimento alle monache di clausura, nascoste dietro a grate[6].

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