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Iniziamo oggi una nuova collaborazione con il nostro napoletano DOC e docente di napoletanita’ Amedeo Colella che ci guiderà , attraverso le pagine del suo originalissimo “ Il calendario napoletano del mare “ , nel mondo degli innumerevoli detti e proverbi e modi di dire della nostra meravigliosa lingua e cultura indissolubilmente legate al mare .
Un napoletano che racconta Napoli.
Classe 1963, scrittore, storico, umorista e divulgatore della cultura napoletana, ha dedicato la sua vita a raccontare e valorizzare la bellezza e l’identità partenopea. Oggi insegna Lingua e Cultura Napoletana presso la Fondazione Humaniter di Napoli e porta avanti un’intensa attività di divulgazione attraverso libri, spettacoli teatrali, televisione e web.
Ma la sua storia inizia in modo diverso. Laureato in economia nel 1986, ha seguito un corso post-laurea in informatica e ha lavorato prima in banca, poi in una software house e infine per 23 anni come ricercatore senior al CRIAI di Portici, un centro di ricerca informatica legato all’Università Federico II. Poi, a 54 anni, ha deciso di cambiare rotta: ha lasciato la ricerca e si è buttato a capofitto nella sua vera passione, vivere di cultura, scrittura e napoletanità.
La svolta arriva con la televisione e la popolarità cresce. Inizia a portare la cultura napoletana nelle case della gente, prima con la rubrica “Nisciuno nasce ‘mparato” su Canale 21, poi partecipando a programmi come “Bar Stella” con Stefano De Martino e “Il Provinciale” su Rai. Il passo successivo è il teatro: le sue “Lezioni di napoletanità”, insieme a Lino D’Angiò e Alan De Luca, riempiono sale come il Teatro Totò, l’Augusteo ,Troisi e recentemente all’Acacia
Non solo cultura e storia, ma anche gastronomia. La sua penna ha firmato diversi libri che raccontano il cibo come un pezzo di identità, tra cui “Mangianapoli”, con 180 piatti imperdibili della tradizione partenopea, e “Mille paraustielli di cucina napoletana”, un viaggio nella storia gastronomica del Sud. È anche giornalista gastronomico e collabora con il portale internazionale Culinary Backstreet, progettando tour esperienziali dedicati ai sapori autentici di Napoli.
Oltre alla divulgazione, il suo impegno si estende anche al sociale: insegna ai ragazzi dell’Istituto Penale di Nisida, portando ai giovani detenuti un corso sui valori e le tradizioni della cultura napoletana.
Il suo lavoro è stato riconosciuto con numerosi premi culturali e giornalistici, ma forse il riconoscimento più grande è il calore del pubblico che lo segue con affetto.
E presto lo vedremo anche a Sanremo, nell’ambito di un’iniziativa collaterale al Festival che si terrà presso il Teatro del Casinò Municipale, dove porterà la sua esperienza e il suo impegno per il sociale.
Tra teatro, libri, televisione e insegnamento, ha fatto della napoletanità un’arte da raccontare. E continua a farlo con passione, intelligenza e un pizzico di ironia, perché – come dice lui – “Nisciuno nasce ‘mparato”, ma Napoli è la più bella delle scuole.
Un napoletano che racconta Napoli.
Classe 1963, scrittore, storico, umorista e divulgatore della cultura napoletana, ha dedicato la sua vita a raccontare e valorizzare la bellezza e l’identità partenopea. Oggi insegna Lingua e Cultura Napoletana presso la Fondazione Humaniter di Napoli e porta avanti un’intensa attività di divulgazione attraverso libri, spettacoli teatrali, televisione e web.
Ma la sua storia inizia in modo diverso. Laureato in economia nel 1986, ha seguito un corso post-laurea in informatica e ha lavorato prima in banca, poi in una software house e infine per 23 anni come ricercatore senior al CRIAI di Portici, un centro di ricerca informatica legato all’Università Federico II. Poi, a 54 anni, ha deciso di cambiare rotta: ha lasciato la ricerca e si è buttato a capofitto nella sua vera passione, vivere di cultura, scrittura e napoletanità.
La svolta arriva con la televisione e la popolarità cresce. Inizia a portare la cultura napoletana nelle case della gente, prima con la rubrica “Nisciuno nasce ‘mparato” su Canale 21, poi partecipando a programmi come “Bar Stella” con Stefano De Martino e “Il Provinciale” su Rai. Il passo successivo è il teatro: le sue “Lezioni di napoletanità”, insieme a Lino D’Angiò e Alan De Luca, riempiono sale come il Teatro Totò, l’Augusteo ,Troisi e recentemente all’Acacia
Non solo cultura e storia, ma anche gastronomia. La sua penna ha firmato diversi libri che raccontano il cibo come un pezzo di identità, tra cui “Mangianapoli”, con 180 piatti imperdibili della tradizione partenopea, e “Mille paraustielli di cucina napoletana”, un viaggio nella storia gastronomica del Sud. È anche giornalista gastronomico e collabora con il portale internazionale Culinary Backstreet, progettando tour esperienziali dedicati ai sapori autentici di Napoli.
Oltre alla divulgazione, il suo impegno si estende anche al sociale: insegna ai ragazzi dell’Istituto Penale di Nisida, portando ai giovani detenuti un corso sui valori e le tradizioni della cultura napoletana.
Il suo lavoro è stato riconosciuto con numerosi premi culturali e giornalistici, ma forse il riconoscimento più grande è il calore del pubblico che lo segue con affetto.
E presto lo vedremo anche a Sanremo, nell’ambito di un’iniziativa collaterale al Festival che si terrà presso il Teatro del Casinò Municipale, dove porterà la sua esperienza e il suo impegno per il sociale.
Tra teatro, libri, televisione e insegnamento, ha fatto della napoletanità un’arte da raccontare. E continua a farlo con passione, intelligenza e un pizzico di ironia, perché – come dice lui – “Nisciuno nasce ‘mparato”, ma Napoli è la più bella delle scuole.
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