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giovedì 26 settembre 2019

La migliore giustizia e quella fatta con le proprie mani.

Lei è Marta. Nasce nel 1997 a Napoli. Cresce in una famiglia tranquilla. Ha una madre, un fratello più grande. È molto legata al padre. Lui è Francesco, fa la guardia giurata. Marta gli assomiglia. Sono sensibili, si capiscono. Marta cresce. Si iscrive al liceo classico. Ha una passione per lo studio. Il padre la incoraggia. Lui la testa per i libri non l’ha mai avuta. Marta sceglie Giurisprudenza. Lui è orgoglioso. Non si perde un esame, la incoraggia. È il 2 marzo del 2018. Francesco ha il turno di notte. Prepara la borsa, saluta, esce, chiude la porta. Marta va a letto. È irrequieta, non riesce a dormire. Sono le 4, squilla il telefono. È lo zio. Il padre è in ospedale. La madre lo raggiunge. Marta resta a casa con il fratello. Passa un’ora. Chiama la mamma, sta piangendo. Il papà sta male. Lo hanno aggredito. Corrono in ospedale. Il padre è in rianimazione. In coma. Marta non realizza. Papà si sveglierà e tornerà tutto come prima. Lo zio racconta che è stato aggredito da 3 ragazzi fuori dalla metro. Lo hanno colpito alla testa con una spranga. Lo hanno fatto perché gli andava. Senza una cazzo di ragione. Passano una decina di giorni. Francesco Della Corte muore. I tre aggressori vengono individuati. Il 23 gennaio del 2019 vengono condannati a 16 anni di carcere per omicidio volontario con l’aggravante della crudeltà. Sono minorenni. Marta vuole capire. Visita i loro profili Facebook. Guarda le facce. Si consola, almeno sono in galera. Passano 6 mesi. Marta va sul profilo Facebook di uno degli assassini. Non riesce a credere ai suoi occhi. C’è una foto. Lui è fuori dal carcere. Sta festeggiando il compleanno. Sta baciando una ragazza davanti a una torta. Scopre che gli hanno concesso un permesso per festeggiare i 18 anni. A fine luglio, soltanto 6 mesi dopo la condanna. Marta è scioccata. Scrive una lettera al giudice. Lei per il suo compleanno non ha avuto una torta. Lei non ha più nulla. Ha solo la promessa fatta in ospedale a suo padre. Smuoverà mari e monti, avrà la giustizia che merita? Sarà un po difficile, la magistratura italiana é unica al mondo. Una vicenda del genere se fosse capitato ad un familiare di un magistrato sicuramente non sarebbe andata così allora tanti vale la pena la migliore giustizia e quella fatta con le proprie mani.


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