Non importa che lavoro faccia, quanto stia bene economicamente o che sia la persona più felice al mondo, chiunque, a Napoli, si è sentito dire o ha pensato almeno una volta nella vita che “E’ fernuta ‘a zezzenella”. Ebbene si, perchè qualunque cosa bella, qualunque piacere o beneficio non dura in eterno e quindi, alla lunga, tutte le “zezzenelle” si esauriscono. Ma cosa sono realmente? Da dove ha origine uno dei detti più comuni della lingua napoletana?
Non è difficile capire che “zezzenella” è diminutivo di “zizza” ed è quindi una “piccola mammella”. Il detto trae origine dall’atto della mungitura delle mucche. Non è sempre un lavoro semplice: può capitare che la mammella si blocchi o, semplicemente, che il latte si esaurisca definitivamente, tal caso si definisce “finita”, “esaurita”. Un’altra interpretazione potrebbe essere data con l’immagine dello svezzamento dei neonati: il latte materno è esaurito e dovranno iniziare a mangiare come tutti. Una simile metafora viene applicata, nella nostra lingua, alle situazioni più disparate.
Dopo una lunga vacanza o un lungo periodo festivo, come può essere quello natalizio, tornando a lavorare si potrebbe pensare “E’ fernuta ‘a zezzenella”; come potrebbe sentirselo dire un ragazzo diventato abbastanza autonomo da poter smettere di vivere sulle spalle dei genitori; o, più semplicemente, quando una qualunque situazione comoda e vantaggiosa volge al termine.
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