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giovedì 13 settembre 2018

LA STORIA DEL CAMERINO DI EDUARDO

Il San Ferdinando era un teatro storico e popolare fino all’agosto del 1943, quando un bombardamento lo ridusse ad un cumulo di macerie. Quelle macerie cariche di storia e di passione le comprò Eduardo De Filippo, il 25 febbraio del 1948, per la somma di tre milioni. I lavori di abbattimento di quei ruderi e quelli di ricostruzione durarono fino al 22 gennaio del 1954, quando Eduardo presentò al suo pubblico Palummella zompa e vola di Antonio Petito. Morto Eduardo, il teatro ha vissuto vicende alterne e nel 2002 fu deciso un restauro, ultimato nel 2007. Visitando il teatro poco prima della sua consegna il Corriere del Mezzogiorno chiese al responsabile del cantiere che fine avesse fatto il camerino di Eduardo “il direttore”. La risposta fu che era stato eliminato per costruire la scala antincendio e un piccolo vano destinato ad attrezzature tecniche. Ma, per fortuna, grazie alla collaborazione tra Fondazione Ordine Ingegneri di napoli e Fondazione Eduardo De Filippo, con 20.000 euro e l’attenta sovrintendenza di Claudio Garofalo, il camerino è stato ripristinato com’era: le camicie bianche sono stirate e piegate nel cassetto semiaperto; i suoi trucchi in ordine; la giacca da camera ben sistemata sulla gruccia, il cilindro di «Sik Sik» sul baule; il calco della maschera di Pulcinella di Muto; programmi di scena, locandine, copioni, oggetti vari. Lo specchio che riflette il muro è quello al quale Eduardo lanciava l’ultimo sguardo prima di andare in scena. E si può visitare, chiedendo informazioni al teatro.

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