La figura dello scrivano occupava, nella società del suo tempo, una posizione di rilievo in quanto, proveniente dal ceto medio, svolgeva una attività considerata di un certo prestigio e abbastanza ben remunerata.
In realtà si trattava di un guadagno abbastanza modesto ma, agli occhi del popolo, questo personaggio, gerarchicamente, personificava l’impiegato ben vestito da tutti rispettato, anche se, sopra la giacca, indossava delle “mezze maniche “ con l’elastico, per non macchiare di inchiostro la camicia .
A questo proposito, la tradizione narra che, quando ancora non c’era la macchina da scrivere, l’impiegato comunale veniva talvolta deriso e chiamato con l’appellativo di “mezze maniche”, che erano diventate sinonimo di “povero diavolo” ( in piemontese “Travet” dal personaggio di una commedia dialettale, diventata famosa per l’interpretazione di Carlo Campanini )
Giulio Mendozza, nel suo elenco dei vecchi mestieri, lo descrive con la sua
bancarella, il “bancariello”, per strada, mentre, in cambio di una piccola cifra, scriveva e leggeva lettere per gli analfabeti che, una volta, costituivano una buona parte della popolazione.
Questo mestiere, ormai del tutto scomparso, testimonia il basso livello culturale esistente, non solo a Napoli, ma in quasi tutto il territorio italiano e, in parte, anche europeo.
Nessun commento:
Posta un commento