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sabato 21 aprile 2018

LUCIANO DE CRESCENZO RACCONTA L’ODISSEA E LA PREVEGGENZA DI UN PADRE

Antefatto: “Nella terra dei Ciclopi, Ulisse, preso dalla curiosità insieme a 12 marinai entra in una grotta piena di formaggi e latte; poco dopo arriva il proprietario: un gigante seguito da un branco di pecore e mette un grande masso all’entrata della grotta. Il gigante si accorge degli intrusi e decide di mangiarne due a sera concedendo a Ulisse, che gli aveva detto di chiamarsi Nessuno, di essere mangiato per ultimo. L’eroe però, che non voleva finire così: fa ubriacare il ciclope, appuntisce un paletto e lo scaglia nell’unico occhio del gigante che, urlando, richiama gli altri giganti, ma quando lui afferma: "«Nessuno, amici, uccidetemi, e ad inganno, Non già con la virtude.» i giganti se ne vanno. A questo punto Ulisse lega i compagni sotto il ventre dei montoni che escono dalla grotta e lui stesso si aggrappa al manto del più grosso, riuscendo così a raggiungere la nave…” 

 Fatto (Da Luciano De Crescenzo): « Quando avevo dieci anni la trovata di Odisseo di dire a Polifemo che si chiamava Nessuno mi entusiasmò a tal punto che finii col chiedere a mio padre di cambiarmi nome: volevo anch' io essere chiamato Nessuno. Lui, però, poco amante dei classici, mi rispose alquanto bruscamente: "Pensa piuttosto a diventare Qualcuno e non mi scocciare!".»

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