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giovedì 19 aprile 2018

CONOSCI LA CAMPANIA : CAPOSELE, DOVE TUTTO NACQUE CON L’ACQUA

Caposele è un piccolo comune adagiato in una pittoresca conca scavata ad ovest dal fiume Sele che sgorga impetuoso dal Monte Paflagone, mentre ad est è limitata dalla colina di Materdomini. Il comune fa parte della provincia di Avellino in Campania nell'Alta Valle del Sele e il suo territorio comunale ricade in gran parte nel Parco regionale Monti Picentini. Il suo nome deriverebbe da Caputsylaris, ovvero "capo o inizio del Sele” e tutto il suo suggestivo territorio, fatto di monti calcareo pascoli, boschi di castagni, faggi, e querce, lupi e volpi, upupe e poiane, trote e trote fario (salmonate) basa la sua esistenza dal fiume. Fu fondata nel periodo delle guerre fra i Sanniti e i Romani da coloro che si ritrovavano da luoghi di scontri militari. Più tardi il luogo fu abitato anche dai Romani, come attesta un'importante lapide (conservata al Museo Archeologico di Avellino) del tempo dell'imperatore Domiziano, che parla di un collegio sacerdotale dedicato al culto del dio Silvano. Secondo un'altra ipotesi Caposele venne costituita da abitanti dell'antica Posidonia (Paestum) che risalendo il nome del fiume diedero il nome al monte (Paflagone) e al fiume stesso. Quale che fosse l'origine del paese, certo è che i primi abitanti costruirono le loro dimore ai piedi del monte dove appunto una copiosa quantità di polle sorgive - circa 100 - formavano un laghetto prima di dare origine con salti e balzi ad uno spumeggiante fiume diretto verso Posidonia (Paestum). Sicuramente la ragione di tutto questo fu il beneficio che la gente poteva trarre dall'acqua. Nel medioevo forse già esisteva un castelloe e sotto gli Aragonesi, una parte, probabilmente la zona chiamata Capodifiume, venne data a Jacopo Sannazzaro. Nel 1416 la regina Giovanna II di Napoli affidò le entrate del feudo ad Antonio Gesualdo. Nel XVII secolo il territorio di Caposele passò ai Ludovisio che l'acquistarono e rivendettero più di una volta. Tutto ciò spesso li costrinse a lasciare il castello. Allora comunità religiose e confraternite occuparono l'intera zona, le chiese aumentarono di numero e famiglie di estrazione ed origine diversa si affiancarono sempre più ai casali intorno alla Chiesa e alle proprietà private. La peste del 1656 decimò la popolazione del paese, che pochi anni più tardi fu colpito da un fortissimo terremoto. Nel secolo successivo arrivò Sant'Alfonso Maria de' Liguori che aprì una casa religiosa dove, nel 1755, morì San Gerardo Maiella. Durante il Regno di Napoli e il Regno delle Due Sicilie fu un comune appartenente al Distretto di Campagna, della Provincia di Principato Citra e con l'unità d'Italia venne assegnato alla provincia di Avellino. È stato uno dei comuni maggiormente colpiti dal terremoto dell'Irpinia verificatosi il 23 novembre del 1980.

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