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martedì 6 marzo 2018

L'EQUITALIA DEL SETTECENTO A PALAZZO REALE DI NAPOLI

L'amplissima collezione d'arte raccolta dal Cardinale Alessandro Farnese, divenuto Papa nel 1534 con il nome di Paolo III, e dai suoi discendenti nel corso dei successivi due secoli, fu ereditata nel 1731 da Carlo di Borbone. Per l'estinzione della discendenza maschile dei Farnese alla morte di Antonio, il grande patrimonio d'arte contenuto nei palazzi di Roma, Parma, Piacenza e Colorno fu trasmesso ad Elisabetta Farnese, moglie di Filippo V di Spagna, e da lei assegnato a Carlo. Nel momento in cui divenne Re di Napoli, nel 1734, prima i dipinti, i libri, le medaglie, i cammei e gli oggetti d'arte, poi le sculture di scavo archeologico furono trasferite nella Capitale del nuovo Regno, come forma di corredo e 'fondazione' di ordine culturale.In un primo tempo collocata in Palazzo Reale, la raccolta di dipinti, che comprendeva i ritratti commissionati da Paolo III a Tiziano, le opere di Annibale Carracci del quale era stato committente Odoardo Farnese, i fiamminghi acquistati nelle Fiandre nel Cinquecento dal Duca Alessandro, alla metà del Settecento fu trasferita nel Palazzo di Capodimonte, mentre una parte rimase nelle stanze dell'Appartamento Reale come in forma di arredo e nella raccolta poi smembrata della Galleria di Palazzo. Dopo ulteriori trasferimenti al Museo Borbonico negli anni Trenta dell'Ottocento, ed al nuovo Museo di Capodimonte nel 1957, rimangono tuttavia a Palazzo reale alcuni capolavori di quella provenienza, tra i quali la tavola del fiammingo Marins van Roymerswaele raffigurante Gli esattori delle tasse, e due grandi pale di Bartolomeo Schedoni. Ne esamineremo i più bei pezzi, cominciando da Marins van Roymerswaele e il suo Esattori delle tasse, i cui volti dicono tanto.

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