Non fu Roma a portare la civiltà ma gli schiavi che si ribellarono a Roma, quando capirono che il più forte era anche il più solo. Tra la Repubblica di oggi e quella Romana di allora corre poca differenza e quelli che si dice fossero tutti cittadini romani in realtà erano degli schiavi, compresi i gladiatori che non erano affatto felici di essere buttati in un'arena per il divertimento del popolo. Rispetto alle 2 guerre servili precedenti, la terza, preoccupò Roma tanto Che, dopo 3 anni di fallimenti, Roma decise di impegnare i suoi migliori Generali e per 3 Anni Roma Repubblicana tremava impegnata a soffocare una guerra contro i gladiatori, una rivolta di schiavi che prese i risvolti di una rivoluzione epocale. Spartaco non era nativo delle nostro suolo patrio ma era un guerriero di origine Trace (attuale Bulgaria), fu prima soldato romano ma a causa degli episodi di razzismo ,nelle milizie romane, fuggi e dopo la cattura venne fatto schiavo. Dopo aver constatato il trattamento riservato ai gladiatori, l'estrema durezza di vita, scappò dall'anfiteatro di Santa Maria Capua Vetere e grazie alla vittoria sul Vesuvio allargò le file dei suoi alleati guerrieri fino ad accendere la ribellione anche nel meridione italico. Proprio nei bruzzi, che ancora aspiravano a diventare una potenza indipendente dall'oppressione di Roma, Spartaco trovò dei forti e fieri alleati...
Nel tentativo di andare in Sicilia, per unirsi ad un'altra rivolta popolare, l'esercito di Spartaco fu tradito dai pirati Cilici che presero i soldi e avvisarono l'allora governatore della Sicilia, un uomo Che si macchiò di innumerevoli ingiustizie Quali: concussione, saccheggi e ruberie, allo scopo di accrescere il suo potere e le sue ricchezze personali. Già all'epoca Roma opprimeva Napoli e Sicilia Con i suoi capi bastone corruttori e malfattori. Rimasto Intrappolato in Calabria, dopo 3 anni di combattimenti, Spartaco giunge allo scontro finale con le milizie romane. Non è certo se l'evento avvenne a Strongoli (Calabria) o nei pressi del fiume Sele ma molti guerrieri morirono sul campo, di Spartaco si dice che venne crivellato di colpi ma fu una sorte migliore rispetto a 6000 uomini che Roma fece crocifiggere lungo la via Appia tra Roma e Capua. Gli uomini muoiono ma le Idee restano e infatti, dopo questo evento, la società romana cambiò sensibilmente il modo di trattare gli schiavi, tale cambiamento è riscontrabile anche nelle leggi che allora determinavano il rapporto tra schiavi e padroni...
Riflessione: ma allora perché oggi ci sentiamo vincolati nello scegliere tra vecchio e nuovo padrone o il male minore? La risposta è nella differenza che passa tra una nazione e una nazione meridionalizzata, un contesto di scelte appositamente negate accompagnato dalla mancanza di una coscienza nazionale, e di classe anche, sono la causa del comportamento dissociativo che abbiamo di fronte alla causa pubblica ma questa è una cosa comune a tutte le nazioni occupate e meridionalizzate, nessun popolo ce l'ha per natura endemica. Ecco perché non dobbiamo solo liberarci di Roma ma dobbiamo anche guardare, alla storia, con uno sguardo meno superficiale e non solo limitato ad un periodo politico (Borbonico). Quei 6 secoli di storia nazionale, che tanto rimpiangiamo, hanno radice in una storia di coraggio e ambizione, associativismo tra popoli/tribù, una storia molto remota però anche passaggio evolutivo che ci fa capire perché siamo da sempre diversi e perché oggi siamo cosi odiati dal resto d'Italia...
Scriveva Karl Marx
« La sera per passare il tempo stavo leggendo Le guerre civili romane di Appiano, nel suo originale testo greco. Un libro di gran valore. Spartaco emerge come uno dei migliori protagonisti dell'intera storia antica. Un grande generale (benché non un Garibaldi), un carattere nobile, un genuino rappresentante dell'antico proletariato. »

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