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venerdì 30 giugno 2017

Secondo me, più diventiamo grandi (nel senso di età), più la nostra idea di Felicità diventa piccina.

Ma non piccina nel senso di insignificante, anzi! Quando siamo giovanissimi, Felicità è per noi come una pietra preziosa grezza; grande di dimensioni, ma indefinita , mescolata com’è ad altri minerali di poco valore che ci impediscono di vederne la forma. Ci vuole molto tempo, molto lavoro, molta pazienza e soprattutto molta esperienza per eliminare il materiale superfluo attorno alla pietra, e poi lucidarla, tagliarla sfaccettarla, sino ad ottenere una gemma davvero preziosa. Ed è un risultato che otteniamo solo vivendo tutte le cose belle e brutte che la Vita ci pone di fronte; ogni accadimento “ridimensiona” la nostra iniziale idea di Felicità. Impariamo a distinguere, a soppesare, a valutare, a vagliare, comprendendo alla fine che cos’è che davvero ci dà Felicità. Quel “cos’è“ non è uguale per tutti, perché nessuno di noi è perfettamente uguale ad altri; varia con le “esigenze” dell’età, si modifica con le esperienze e i caratteri di ciascuno. Ma di certo la base è simile, ed è data dall’equilibrio interiore che ci permette di cogliere ed assorbire in pieno tutte le miriadi di componenti che formano la Felicità: stabilità, sentimento, emozione, gioia, calore, allegria, commozione, senso di pace, di appagamento, entusiasmo ecc., “ingredienti” che possono riunirsi in un unica parola: Serenità. Ecco, per me Felicità è semplicemente l’insieme di tutto ciò che mi dona una continua Serenità e mi fa vivere col “sole dentro”, anche se fuori infuria la bufera. Ed averlo finalmente capito, mi rende felice.

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