"L'area metropolitana di Napoli, ricorda il Rapporto, con oltre 3,5 milioni di abitanti è l'ottava città europea per dimensione ed è paragonabile a città quali Barcellona e Atene. Ma conta anche 233mila disoccupati, pari alla metà di Londra ma con un quarto dei residenti della capitale inglese, "registrando quindi indubbie problematiche di inclusione sociale".
A parte i risaputi primati pre-unitari, Napoli rappresenta tutt'ora un'immensa risorsa culturale e macro-economica, con un'area metropolitana seconda solo a Milano. Tra i tanti punti di forza, è anche una città dove le donne rappresentano un quarto della sua imprenditoria. Sapendo che Napoli produce più PIL della Slovenia, un paragone con Roma è del tutto inutile. Un agglomerato urbano così prospero di risorse artistiche, naturali e umane, non può vivere nel ruolo di una comune in provincia di Roma...
Napoli non deve diventare nordica (così diceva Mussolini), Napoli ha bisogno di una riforma del lavoro fatta da Napoli per i napolitani. Pur non essendo nelle migliori condizioni sociali e politiche, attrae investimenti ed è residenza di molte personalità del mondo della musica, cinema e teatro. Ha il potenziale di una capitale e ha la capacità, il diritto e il dovere di tornare ad essere fulcro culturale ed economico delle sue antiche province.... Se Roma vuole il suo alto tributo di risorse umane ed economiche, che se lo prenda da Milano o Torino. Ogni tanto fa bene muovere il culo verso "sud"..
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