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lunedì 1 maggio 2017

CIACIONA

 La “ciaciona” è la tipica bellezza mediterranea dalle linee morbide e dalle forme opulente. Nel napoletano antico c’è un vocabolo, oggi desueto, per indicare la carne fresca e morbida dei bambini: “ciaccia”, oggi sostituito da “ciccia”, cioè carne. Nella fase della lallazione i bambini tendono a storpiare i vocaboli, e ciaccia è nato così. Come pipì, popò, pupù… Poi “ciaccia” diventa “sciascia”. Il verbo che ne deriva, “sciasciarse” (o “ciaciarse”), vuol dire “ristorare la propria carne.” In una parola: godere. Il napoletano conosce mille e uno modi di “ciaciarse", ma il principe dei godimenti è certamente quello sessuale. E qui ci vuole una ciaciona, che lo faccia arricreare . Fino a non troppo tempo fa il modello di bellezza dei napoletani erano le donne di Rubens o di Luca Giordano: donne opulente, sensuali. Oggi la tentazione dell’anoressia, complici i media massificanti e massificati, è arrivata anche a Napoli. Ma nessuna donna androgina, senza forme rotonde, dai fianchi inesistenti, l'addome piatto, senza un filo di cellulite, potrà mai essere una “ciaciona” , donna florida, un po' fuori dai canoni di bellezza imposti dagli stilisti di tutto il mondo; una che sa mantenersi in un proporzionato soprappeso, con leggerezza e simpatia.

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