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venerdì 31 marzo 2017

Sito Archeologico S.M.Capua Vetere

 L'antica Capua fu fondata dagli Etruschi verso l'800 a.C. nel sito corrispondente all'attuale S. Maria Capua Vetere, ma resti di capanne e i ricchi corredi tombali delle sue necropoli attestano una intensa e continua occupazione del territorio sin da epoca preistorica, nonchè nelle età del Bronzo e del Ferro. Pur essendo il centro etrusco più importante dell'entroterra campano, la città non riuscì a sfuggire alla conquista sannitica nel V secolo a.C. e poi al controllo romano. Ribellatasi nel corso della guerra annibalica, fu distrutta nel 211 a.C. dai Romani. Ma la decadenza politica non rallentò lo sviluppo economico della città, definita da Cicerone "altera Roma", fino a quando fu aperta la via Domitiana, che consentiva un più rapido collegamento lungo la costa tra Lazio e Campania. La città, infine, saccheggiata e distrutta dai Vandali nel V secolo d.C., fu spostata dai suoi abitanti nel sito dell'attuale Capua, corrispondente all'antico scalo fluviale di Casilinum. Se della fase etrusca restano poche testimonianze, soprattutto relative a corredi funerari, oltre a una fornace per la produzione di oggetti fittili e ceramica; al periodo sannitico possono riferirsi i resti del santuario rinvenuto nel Fondo Patturelli e le famose matres matutae conservate nel Museo Provinciale Campano di Capua, nonché quelli del Tempio di Diana Tifatina, ricostruito in più fasi durante il periodo romano, sul quale sorse la basilica paleocristiana di S. Angelo in Formis. Recenti indagini condotte sulla sommità del monte Tifata hanno evidenziato la presenza di un tempio, di epoca romana, forse dedicato a Giove, altre alla già note ville rustiche e all'acquedotto, nonchè resti di cinte poligonali di epoca sannita. Dell'abitato antico, circondato da mura e caratterizzato da un impianto regolare imperniato sul tracciato della via Appia, sopravvivono strutture in tutta l'area della città moderna, relative sia a domus (come quella in via degli Orti) sia a quartieri artigianali per la produzione di ceramica e la lavorazione del bronzo, nonché ad edifici pubblici. Tra questi il più rilevante è l'Anfiteatro campano che, costruito a cavallo tra il I e il II secolo d.C. con quattro livelli di arcate di ordine dorico, univa alla grandiosità delle strutture lo sfarzo della decorazione scultorea, solo parzialmente risparmiata dal saccheggio dovuto al suo utilizzo come fortezza e poi come cava. Di grande interesse per lo studio della diffusione delle religioni orientali in Campania è il Mitreo, ambiente ipogeo dedicato al culto del dio persiano Mitra, raffigurato sulla parete di fondo nell'atto di uccidere il toro. Restano da segnalare il monumentale Criptoportico (non visitabile perché inserito nell'attuale Penitenziario), parte di un più ampio complesso pubblico nella zona del Foro, e l'arco di Adriano all'uscita della città verso ovest. Dal lato opposto sono visibili lunga la via Appia il castellum aquae e due monumenti funerari: le "Carceri vecchie" (I secolo a.C.), con due corpi cilindrici sovrapposti che nascondono la camera sepolcrale; e la famosa " Conocchia" (I secolo d.C.), ampiamente restaurata in età borbonica, caratterizzata da un corpo quadrangolare a pareti curve rientranti, su cui poggia un alto tamburo con copertura a cupola. L'occupazione del fertile territorio in epoca romana è testimoniata dalle persistenti tracce della centuriazione, della viabilità e dei numerosi impianti di ville rustico-residenziali, di via Brezze. Le numerose testimonianze, di rilevante valore storico e artistico, pertinenti alle fasi protostorica, arcaica e sannitica dell'abitato etrusco-italico, sono esposte dal 1996 nel Museo dell'Antica Capua, la cui sezione romana è in corso di allestimento.

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