La prima versione è quella di un sasso lanciato dai manifestanti, poi la verità: a sparare è stata la polizia. Roberto resterà in coma per una settimana e morirà il 30 gennaio.
La fondazione che porta il suo nome si occupa dei Diritti umani.
«Roberto era estremamente duro contro la superficialità, la faciloneria, il disprezzo per la cultura e la scienza: Egli era convinto che una attività politica non sorretta da una seria e continua analisi della situazione è sterile e cieca, per questo rifiutava la contrapposizione radicale tra politica e studio ritenendoli complementari: l’una stimola l’altro e viceversa…» (un compagno di studi)
Nessun commento:
Posta un commento