ci sono diverse versioni in riguardo, forse quella più cara ai partenopei, racconta di tre sirene, figlie del dio-fiume Acheloo e della musa Melpomene. Le tre sorelle pare fossero delle musiciste squisite: Ligia, che suonava la lira, Leucosia, che suonava il flauto e la sirena Partenope che cantava con la sua splendida voce. Le Sirene ci vengono descritte come creature infernali di aspetto femminile e suadente, con corpo di uccello (nell’antichità) o di pesce (in altre varianti) dotate di un potere malefico: sedurre le orecchie dei viaggiatori al fine di ucciderli. Il loro potere avrebbe avuto fine solo se un uomo le avesse respinte, condannandole per la vergogna, al suicidio. Fu quello che accadde al passaggio di Ulisse. Leucosia si lasciò morire presso capo Licosa vicino Paestum, Ligia si spinse sulle coste del Bruzio in Calabria e Partenope fu trasportata dalle onde a Megaride, nel Golfo di Napoli. A questo punto la versione fin’ora raccontata, si divide in due epiloghi: nel primo, il corpo della sirena fu trovato dalla popolazione locale che le dedicò un sepolcro nella zona fra Megaride e Pizzofalcone, nei pressi del fiume Sebeto (il fiume antico che si presume, scorra ancora nel sottosuolo) e a lei le si attribuirono grandi onorificenze alimentando il culto matriarcale di Partenope. Nel secondo epilogo, il corpo di Partenope, una volta approdato sull’isolotto di Megaride, si dissolse trasformandosi nella morfologia del paesaggio partenopeo, il cui capo è appoggiato ad oriente, sull’altura di Capodimonte ed il piede, ad occidente, verso il promontorio di Posillipo.
Nessun commento:
Posta un commento