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martedì 21 giugno 2016

"Ma tu come fai?" mi chiede un’ amica che sta attraversando un momento buio.

"Tu come fai, con tutto quello che ti è successo e che ti continua a capitare?" 

 Infatti non ce la faccio. Mi arrendo, tutti i giorni. In ogni momento. 
 Ma non c’è nessuno ad accettare la mia resa. Sono da sola con le mie delusioni, il mio fallimento. 
 Da sola con le mie incapacità e i miei difetti. 
 E non c’è nessuno a cui consegnare le armi per smettere di lottare. 
 Nessuno di fronte a cui addossarmi le mie responsabilità. 
 Nessuno che mi prenda in consegna e mi punisca per le mie mancanze, per aver scelto le battaglie sbagliate da combattere. 
 Per aver perseverato nel tenere un avamposto, un ponte, quando non c’era nessuna speranza. Per aver tradito i miei commilitoni. 
 Per essermi ritirata vigliaccamente in angolini protetti invece di uscire nella battaglia a fronte alta e fucile in spalla. 
Non c’è nessun altro che non sia io, che sono il mio peggior giudice. 
 E infatti mi condanno e mi punisco ogni giorno, ma poi il giorno dopo sono sempre qui.

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