"Tu come fai, con tutto quello che ti è successo e che ti continua a capitare?"
Infatti non ce la faccio.
Mi arrendo, tutti i giorni. In ogni momento.
Ma non c’è nessuno ad accettare la mia resa.
Sono da sola con le mie delusioni, il mio fallimento.
Da sola con le mie incapacità e i miei difetti.
E non c’è nessuno a cui consegnare le armi per smettere di lottare.
Nessuno di fronte a cui addossarmi le mie responsabilità.
Nessuno che mi prenda in consegna e mi punisca per le mie mancanze,
per aver scelto le battaglie sbagliate da combattere.
Per aver perseverato nel tenere un avamposto, un ponte, quando non c’era nessuna speranza.
Per aver tradito i miei commilitoni.
Per essermi ritirata vigliaccamente in angolini protetti
invece di uscire nella battaglia a fronte alta e fucile in spalla.
Non c’è nessun altro che non sia io, che sono il mio peggior giudice.
E infatti mi condanno e mi punisco ogni giorno,
ma poi il giorno dopo sono sempre qui.
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