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martedì 17 novembre 2015

Dario Fo: "Ma quale Islam. Questi assassini violano il Corano". Il premio Nobel sui fatti di Charlie Hebdo


"La prima regola è sempre quella di creare un nemico e la paura per questo nemico". Dario Fo, in un'intervista rilasciata al Fatto Quotidiano, commenta l'attentato a Charlie Hebdo e la psicosi scoppiata nei confronti della religione musulmana.

Per il Premio Nobel la satira è qualcosa di sacrale, importantissima da difendere, al tempo stesso "l'ignoranza è la prima alleata della paura e noi occidentali siamo totalmente ignoranti nei confronti del mondo arabo": 

"Chiediamoci chi ci va di mezzo in questa storia. Cosa ha chiesto il Fronte Nazionale di Le Pen? Ha chiesto la pena di morte e di cacciare tutti i musulmani. è subito ricominciata la caccia all'uomo nero. Ma se vai a leggere il Corano troverai tutto il contrario: "Non dovrai mai uccidere nessuno, anche coloro che si dicono amici". A me non è mai capitato di sentire giudizi sprezzanti da parte dei musulmani che conosco. Le dico di più: nell'Ottavo secolo i musulmani hanno conquistato e governato la Sicilia: è stato il momento più felice della civiltà di quelle terre

A giustificare i loro gesti in nome di Allah, dice il Premio Nobel, è una falsificazione dell'Islam da parte di "sedicenti fondamentalisti". L'obiettivo è quello di scatenare una guerra, ma non c'è una regia dietro: "Si spara e si uccide a libero soggetto in mancanza di una qualsiasi strategia". 

Non è d'accordo Fo con la logica del ministro Alfano che ha affermato la necessità di riappropriarsi delle frontiere, tradotta in un "rispediamoli a casa". Più vicino invece alla posizione di dialogo assunta da Papa Francesco:

"Francesco è l'esempio perfetto di questa attenzione per il diverso, l'uomo che in assoluto ha capito meglio i tempi. Eppure attorno a lui c'è una cattiveria impressionante, perché sta smantellando il vecchio potere curiale. È come se dicesse ai prelati :'Avete i palazzi, avete una banca che una caterva d'infamità, vi vestite come delle soubrette. E allora cosa avete a che fare con la Chiesa di Cristo?'"

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