Perse così il suo storico nome dopo 334 anni dalla sua costruzione ad opera del viceré don Pedro di Toledo, uno dei personaggi più importanti della Storia di Napoli.
La decisione fu presa per iniziativa del sindaco Paolo Emilio Imbriani, sull'onda dell'entusiasmo patriottico che suscitò la presa di Roma, caduta a settembre e annessa all'Italia il 2 ottobre.
A Napoli scoppiò un dibattito accesissimo, con gran parte degli intellettuali assolutamente contrari al cambio di nome. La decisione, però, era presa. E fu fatta rispettare con la forza, addirittura facendo piantonare le nuove targhe da guardie armate, in modo tale da non farle distruggere.
Nacque addirittura una filastrocca contro il sindaco Imbriani:
""Un detto antico, e proverbio si noma,
dice: tutte le vie menano a Roma;
Imbriani, la tua molto diversa,
non mena a Roma ma mena ad Aversa" (dove si trovava il manicomio).
Per vedere la fine di questo torto storico dovremo aspettare 110 anni.
Era il 1980 e la commissione toponomastica dell'amministrazione Valenzi decise di restituire alla strada il suo nome antico. Napoli, ad oggi, è una delle poche città d'Italia a non avere una "Via Roma".
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