Visualizzazioni totali

mercoledì 2 gennaio 2019

Allora spendo due parole di stima per il popolo di Napoli, non plebe ma popolo, che da solo e disarmato fermò l'ingresso del più forte esercito d'Europa.

Per due giorni sbarrò ogni strada e capitolò solo perché tradito dai giacobini locali che consegnarono con la frode il forte di Sant'Elmo ai francesi.Credo che il popolo avesse ragione di stare dalla parte dei suoi re, perché con loro erano cittadini di una capitale europea e coi francesi diventavano provincia d'oltremare. Napoli si è mal adattata a ogni riduzione di rango.Non ho paura di mettere anche gli italiani in fondo all'elenco degli occupanti del golfo, perché questo furono i Savoia traghettati dai Mille. Garibaldi non veniva a liberare Napoli ma a prenderla e si affrettò a spiegarsi meglio confermando a prefetto il famigerato Liborio Romano, capo della polizia borbonica.A Napoli mancò uno straccio di re che capisse che nell'Europa delle nazioni l'Italia era destino inevitabile. Mancò un re che stipulasse coi modesti Savoia, signori di una provincia subalpina, un contratto Italia almeno alla pari, non tra occupanti e occupati. Napoli da allora è una capitale europea abrogata, non decaduta ma soppressa, come se Londra fosse stata soppiantata da Edimburgo. Così è andata e questa è la materia della sua ragionevole strafottenza verso la condizione di capoluogo di regione. Se non si vede l'evidenza dell'enorme orgoglio assopito nei suoi cittadini, non si sta parlando di lei. 

(E. De Luca)


Nessun commento:

Posta un commento