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lunedì 10 dicembre 2018

L’umanità, io l’ho divisa in due categorie di persone: Uomini e caporali.

La categoria degli uomini è la maggioranza, quella dei caporali, per fortuna, è la minoranza. 
Gli uomini sono quegli esseri costretti a lavorare tutta la vita, come bestie, senza vedere mai un raggio di sole, senza mai la minima soddisfazione, sempre nell’ombra grigia di un’esistenza grama. 
I caporali sono appunto coloro che sfruttano, che tiranneggiano, che maltrattano, che umiliano. 
Questi esseri invasati dalla loro bramosia di guadagno li troviamo sempre a galla, sempre al posto di comando, spesso senza averne l’autorità, l’abilità o l’intelligenza ma con la sola bravura delle loro facce toste, della loro prepotenza, pronti a vessare il povero uomo qualunque. Dunque dottore ha capito? Caporale si nasce, non si diventa! A qualunque ceto essi appartengano, di qualunque nazione essi siano, ci faccia caso, hanno tutti la stessa faccia, le stesse espressioni, gli stessi modi. Pensano tutti alla stessa maniera!" 

 (Siamo uomini o caporali, 1955)



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