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martedì 4 settembre 2018

IL NOSTRO MARE … DALLA MARINA ALL’AGRICOLTURA, AL TURISMO

Scrisse Guido Piovene (1957). “Tutti sono marinai a Procida, e nei loro discorsi primeggiano i venti marini; pochi sono marinai ad Ischia, ma vignaioli e agricoltori, che non s'intendono del mare”. Ma diceva la verità? Assolutamente no, e vi do la mia spiegazione. A Procida dal 1788 fu istituita una scuola nautica per la formazione degli addetti al mare, con conseguenze molto articolate che vi racconterò in un post specifico a breve. Ma I venti marini di cui parla Piovene interessano tutti gli abitanti del Golfo, da quelli delle isole a quelli della costa: l’agricoltura, la viticolturas, l’agrumeticoltura non si fanno senza conoscere gli effetti del clima e dei venti prevalenti; le case si costruivano (e solo in parte si costruiscono oggi, in cui prevalgono altri interessi) in funzione dell’esposizione climatica; il turismo si avvale dell condizioni geografiche e così’ via. E cosa dire della cucina tipica del luogo, basata sui prodotti locali, coltivati perché il clima consente di esaltare? A Napoli, poi, il nostro segnalatore climatico è ‘a Muntagna (Vesuvio): da come si muovono le nuvole dietro il vulcano si può capire come sarà il tempo dominante nella giornata.

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