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giovedì 20 settembre 2018

Il Monastero delle Trentatre’ e l’ospedale degli Incurabili

 Il Monastero fu fondato da Maria Longo, alla quale si deve anche l’Ospedale degli Incurabili. Avvenne che, avendo seguito il marito, Giovanni Longo, nel viaggio a seguito di Ferdinando I il Cattolico dalla Catalogna, nel 1503, giunse a Napoli anche la moglie Maria Longo, nel viaggio a seguito di Ferdinando I il Cattolico, dalla Catalogna nel 1503, giunse anche la moglie da anni rimasta paralizzata. Essendosi trattenuta da sola con i figli in Napoli, dopo che il re Ferdinando aveva organizzato il controllo della città affidandolo al suo vicerè, e ricevendo ricevendo poi la notizia della morte del marito, si dedico’ ad aiutare i poveri e gli ammalati. Fu cosi’ che in seguito ad un suo viaggio in pellegrinaggio alla Madonna di Loreto, in compagnia della duchessa di Termoli Maria Ajerba, fu miracolata per le sue opere di carità e riacquistò l’uso delle gambe. Tornando da Loreto, e dopo aver incontrato a Roma papa Giulio II, a Napoli si dedico’ con rinnovata energia ad aiutare i bisognosi che sempre più aumentavano per le guerre, le malattie e la mancanza di cibo e medicinali. Prestando la sua opera come infermiera negli ospedali napoletani si decise di fondare un ospedale per prendersi cura degli ammalati allora ritenuti incurabili, dal progetto di gaetano da Thiene. Con l’aiuto di numerose dame di carità riusci’ a raccogliere i fondi per iniziare la costruzione dell’Ospedale degli Incurabili. img_2043 Intorno alla fabbrica dell’ospedale sorsero diverse opere religiose e trovarono sede confraternite e monasteri tra cui l’oratorio di Santa Maria fondato dai padri Teatini, seguaci di Gaetano da Thiene, in un edificio avuto in dono da Maria Longo. Insieme all’ospedale fu edificata la chiesa di Santa Maria del Popolo con la collaborazione di nobildonne napoletane tra cui, Maria Ajerba, Vittoria Colonna, Andrea de Capua e cavalieri riunitisi nella Congrega dei Binchi. Le ripetute disgrazie e le epidemie che colpirono continuamente gran parte dei cittadini determinarono un risveglio delle opere di carità coinvolgendo tutti i ceti sociali, anche i nobili: i Carafa Maddaloni, i Sanseverino, i Colonna, i D’Avalos, i Gonzaga, gli Sforza, i Caracciolo, i Tarsia, l’aristocrazia napoletana. Con il trasferimento dei Padri Teatini nell’ospedale degli Incurabili ci fu un rinnovato interesse verso gli ordini religiosi all’interno di essi per l’assistenza degli ammalati. Avendo edificato i Padri Teatini la Chiesa di San Paolo Maggiore restituirono il loro oratorio a Maria Longo, che in assoluta povertà fondo’ il monastero di Santa Maria di Gerusalemme, detto delle trentatre’, dal numero delle fondatrici, appartenenti all’ordine delle Cappuccinelle. La Clausura rigidissima osservata dalle trentatre’ fu determinata dal diffondersi delle eresie riformiste di Juan de Valdes, che incontrarono notevole seguito nella nobiltà. Il monastero, sorto nel 1585 con ingresso in Via Pisanelli, fu soppresso nel 1866, ma oggi è occupato da poche anziane monache di Clausura



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