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martedì 15 maggio 2018

SUL SACRO NON SI DOVREBBE SCHERZARE, MA TINA PICA ... PUO'

Da un’intervista di Vittorio Paliotti al nipote di Tina Pica, questa "chicca religiosa" sulla grande attrice: “ …Peppino Pica, il nipote che l’accolse vecchia, nella sua casa del Vomero, che l’accudì con amore filiale e che, il 15 agosto 1968, ebbe il triste privilegio di chiuderle gli occhi, non sa reprimere un sospiro. «Alla Madonna, a Gesù Cristo e in particolare a Santa Rita, detta la Santa degli Impossibili, lei che era religiosissima e che aveva fatto allestire qui, fra queste pareti, una piccola cappella ove ogni domenica veniva un prete a dir messa, lei chiedeva il miracolo di una rivincita. L’ha avuta postuma». II nipote, immagino, doveva compiere sforzi giganteschi per non ridere quando Tina Pica pregava. Le sue orazioni, infatti, le diceva in un latino maccheronico, anzi in un italiano sconvolto e innocentemente beffardo, che doveva derivare, non c’è dubbio, dal recitativo di suo padre noto “Anselmo Tartaglia” dei teatri “Partenope” e “Fenice”. L’Ave Maria di Tina Pica suonava grosso modo così: «Au Maria, Orazia prena, ‘o ministero, ‘o reberitto, ‘a secula…». Queste preghiere Eduardo De Filippo gliele lasciò recitare nel terzo atto di Napoli Milionaria dove lei, nei panni della vecchia Adelaide, vegliava il finto cadavere di Gennaro Jovine… “

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