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lunedì 30 aprile 2018

IL FURTO AMERICANO DEL DIPINTO DI CARAVAGGIO

Presumibilmente uno degli ultimi lavori che Caravaggio portò a termine prima di morire e che completò a Napoli nel 1610, mostra una donna nell'atto di accusare San Pietro di essere un seguace di Cristo alla presenza di un soldato. L'episodio ritratto, narrato nella Bibbia, fa riferimento alla negazione dell'accusa da parte di San Pietro. La composizione del quadro è molto semplice: sulla destra è presente San Pietro, la cui gestualità trasmette appieno il messaggio che egli non conosce Cristo, mentre al centro è presente la donna che indica Pietro come conoscente dell’arrestato, e sulla sinistra un soldato incerto se far arrestare o meno l’uomo con le informazioni date dalla donna. Nel dipinto, la maggior parte della luce viene debolmente sopra la spalla destra della guardia, che cade su Pietro, che fa un gesto universale di irreprensibilità, portando entrambe le mani verso il suo petto, come se stesse per protestare in quel momento : “Io? Ti sto dicendo, hai il pescatore sbagliato. “ Intriso di forte drammaticità, “La negazione di San Pietro” ha poco del naturalismo lirico di Caravaggio e nessuno dei personaggi, dagli occhi loschi (come quelli dei Musicanti, dipinti 15 anni prima e vicini nella galleria) Per dirla con il grande regista Cecil De Mille, fu “completato nei tortuosi ultimi mesi della violenta vita di Caravaggio, e il buio quasi porta la luce del giorno, reso in colpi veloci e abbozzati”. Il san Pietro appeso in un angolo della sala dedicata ai dipinti europei, rivela la sua storia di disagio in primo piano, come un dramma della Passione rappresentato in un ripostiglio delle scope: a destra, Pietro, smunto, stempiato, con gli occhi cerchiati di lacrime; all’estrema sinistra una guardia del sommo sacerdote Caifa, appena visibile nel buio di un cortile notturno; in mezzo l’accusatrice di Pietro, una delle serve del sommo sacerdote, che, secondo i Vangeli, lo identifica alla guardia come un seguace di Gesù. Il santo – come l’incarnazione simbolica della fragilità umana e la fede che sono alla base della dottrina cattolica romana – non è l’attore protagonista nel dramma. La vera protagonista, il centro del dipinto, è la serva, i cui occhi catturano la luce con riflessi puntiformi. I suoi occhi sembrano divenire sfocati, e lei non sta guardando la guardia che si trova di fronte, ma sta guardando momentaneamente verso l’interno. Qualunque sia la precisa dottrina della Controriforma che il dipinto ha cercato di esporre, è l’esitazione della cameriera e l’umanità nel momento di accusa che, per me, ora rimangono come soggetto del dipinto e il suo potere. Come abbiamo già sappiamo attraverso la biografia di Caravaggio, quest’ultimo non ebbe una vita facile e pare che nell’Ottobre del 1609 finì in una rissa in un’osteria di Napoli, dove subì dei danni permanenti alla vista, che non gli permisero di dare il meglio nel suo lavoro; probabilmente, proprio a causa di questo incidente, il pittore ha scelto di rappresentare le figure del quadro molto da vicino, così da evitare degli errori da principiante nella realizzazione dell’anatomia umana. Il coinvolgimento nel combattimento e le relative conseguenze spiegherebbero anche perché Caravaggio ha scelto di oscurare diverse parti del quadro, dove probabilmente il pittore aveva commesso più di qualche errore.

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