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mercoledì 21 marzo 2018

NICOLÒ PAGANINI INCANTATO DA NAPOLI (1816-1821)

Nicolò Paganini trascorse a Napoli circa 5 anni, con brevi intervalli per concerti programmati in Sicilia e in altre città italiane. Aveva un contratto con l’impresario Barbaja ed ecco cosa scrive da Napoli il 20 luglio 1819 a Luigi Guglielmo Germi: “Amico carissimo 
Vi basti per la prima sera che suonai al gran Teatro S. Carlo questo pubblico infranse per applaudirmi, l’ordine superiore che si è di non dare alcun segno di approvazione o di disprezzo allorché è presente la Corte, e di darlo dopo che essa avesse cominciato ad’applaudire; non lo aspettò e con incessanti batter di mani e d’Evviva mi applaudì entusiasticamente, e mi fece uscir tre volte di seguito. Vivo con tutte le economie, perciò non abbiate alcun timore che io sciupi salute, pace, e denari. Bello incantatore è questo paese. Bel clima magnifiche vedute, ottimi cibi e vini, gran lusso di cocchi, Giardini pubblici ridenti come quelli degli orti Esperidi, donne gentili..” Paganini abitò al numero 8 di Largo Montecalvario, una piazzetta ubicata nel cuore dei Quartieri Spagnoli, a ridosso della strada di Toledo, in quello che da sempre era considerato come luogo simbolo della vita tistica della città, che dopo poco accolse il giovane BelliniFalso invece è l’aneddoto riportato da altri siti e pagine circa il fatto che la celebre frase “Paganini non ripete” fosse stata espressa come rifiuto al Re di Napoli (arrivato in ritardo al concerto) di ripetere alcuni pezzi. Pagani pronunciò la frase, ma a Torino al Teatro Carignano. Paganini non voleva concedere bis per due motivi: perché, improvvisando molto, non sapeva poi riprodurre gli stessi suoni e le stesse emozioni; in secondo luogo perché nella foga spesso volte si lesionava i polpastrelli, il che rendeva impossibile suonare nuovamente.

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