Non esitai, celeste nostalgia
a farmi prendere dal cielo,
e da la più infinita delle notti,
passeggiando e divagando ,
man bassa feci di un tesor nascosto
divenni insieme a te cuore mio,
del tempo la favola lungimirante,
nemica eterna sì costante
di quieto vivere e di lento accomodare.
Volle così forte la mia Fede
accomodar Giustizia alla mia prece,
giacchè non fu viltà, né forte inganno,
questo Amore nato nel mio petto,
ma solo timido e dolcissimo splendore,
dell’anima che in sé aveva turbata,
mentre di suo amore , in sé tremava tutta.
Felicità perfetta e mai fugace,
apparì in sogno a me , amor che baci,
di tua apparenza e forte amor conduci,
e le tue labbra mi donano la pace.

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