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giovedì 22 giugno 2017

INDIPENDENZA E LINGUE DI STATO

In un rinato stato napolitano, sovrano e indipendente, non è affatto scontato che la lingua italiana rimanga nell'istruzione primaria e secondaria. I meriti della scuola siciliana, rendono la lingua italiana patrimonio di tutti ma è pur vero che si tratta sempre di una versione raffinata del toscano standard, imposta da un'entità statale che ha allargato i suoi confini fino alle isole. La lingua italiana ha avuto grande diffusione negli anni 40, con i primi appalti televisivi, non è una lingua di origine tribale/popolare e ,perciò, anche priva di qualsiasi fonetica appartenente ai caratteri italici.... 

 Per una sana costituzione linguistica, l'istruzione scolastica del nuovo stato dovrebbe includere una buona dose di latino, anche un po' di greco ma, maggiormente, dovrebbe orientare i giovani sulla lingua catalana. l'idioma che, più di tutti gli altri, ha influenzato la dialettica di queste province. La lingua napolitana ora risulta già la seconda lingua (orale) dello stato italiano ma, uno stato, può avere più lingue e includere minoranze linguistiche. La candidata più vicina, più adatta a questo ruolo è senza dubbio la lingua dei fratelli catalani... 

Nell'immagine - Alfonso di Trastámara, V di Aragona detto anche il Magnanimo (Medina del Campo, 1394 – Napoli, 27 giugno 1458)

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