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lunedรฌ 1 settembre 2025

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(¯`*•.¸Momenti di VITA¸.•*´¯)

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รˆ il 1951 quando Antonio De Curtis, per tutti Totรฒ, scrive una canzone che diventerร  uno dei gioielli piรน amati della canzone napoletana: "๐‘€๐‘Ž๐‘™๐‘Ž๐‘“๐‘’๐‘š๐‘š๐‘’๐‘›๐‘Ž"; ma per capire come nasce, bisogna immaginare Totรฒ non nei panni del principe della risata, ma in quelli di un uomo ferito, un poeta che si rifugia nei versi per dare forma a un dolore personale.

Il matrimonio con Diana Bandini, madre di sua figlia Liliana, รจ finito: non รจ una rottura rabbiosa, ma una frattura lenta, fatta di silenzi e distanze. Totรฒ, uomo di scena abituato alle maschere, qui si toglie ogni difesa e scrive in napoletano puro, con la lingua che meglio sa esprimere l’intensitร  dell’amore e del disincanto.

“๐‘€๐‘Ž๐‘™๐‘Ž๐‘“๐‘’๐‘š๐‘š๐‘’๐‘›๐‘Ž” dedicata alla Bandini per non aver mantenuto l'impegno a non andarsene da casa fino a quando la figlia Liliana non avesse compiuto 18 anni, non รจ un insulto: รจ una carezza graffiata, il ritratto di una donna amata e perduta, capace di ferire senza smettere di essere bella.

La canzone รจ un misto di tenerezza e rammarico, dove l’ira รจ solo un velo che copre una nostalgia irriducibile. Totรฒ affida tutto alla forza della melodia lenta e struggente, in cui ogni parola sembra pesata e cesellata come un verso poetico.

La canzone fu interpretata dapprima da Giacomo Rondinella e successivamente da Mario Abbate, che la presentรฒ al concorso musicale di Piedigrotta “La Canzonetta”, dove riscosse un notevole successo. Piรน tardi ispirรฒ il film Totรฒ, Peppino e la... malafemmina (1956), all’interno del quale venne cantata da Teddy Reno.



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