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giovedì 27 dicembre 2018

'O Rraú - Il ragú

Se volessimo descrivere l'odore dei vicoli di Napoli ebbene il profumo di ragù si presterebbe benissimo a descriverlo. 

 L'origine è riportata addirittura al 1300, quando fu preparato un pranzo all'imperatore di Costantinopoli con piatti di maccheroni, che per magia divennero rossi. 

 Quel misterioso condimento aveva un profumo ed un sapore sublime, tanto che l'imperatore lo chiamò con lo steso nome di suo figlio: raù. 

 Qualcuno penserà erroneamente che il ragù è carne e pomodoro, ma non è così: la ricetta, che viene custodita gelosamente da ogni famiglia napoletana, si tramanda da madre in figlia e rappresenta "l'oro rosso" della cucina partenopea e pertanto non è così semplice da preparare. 

 Innanzi tutto il ragù richiede molto tempo, deve "pippiare" per ore e ore per raggiungere la giusta consistenza, perciò è consigliabile cominciare a prepararlo il sabato sera per la domenica. 

 La pentola che si dovrebbe usare per la cottura è un tegame di creta largo e basso e per rimestarlo occorre la "cucchiarella" di legno. 

 Tra i tanti tipi di carne utilizzati essenziali sono le "tracchiulelle" che, con il concentrato di pomodoro, ne danno il sapore inconfondibile. "L'annecchia, la locena, pettola e' spalla, la punta di natica" poi...sono le parti preferite di carni da scegliere.



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