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mercoledì 21 marzo 2018

STEFANO GASSE: NATO DA UN LOCANDIERE, CAMBIO’ IL VOLTO DELLA CITTA’

Proveniente da una famiglia povera che gestiva una locanda a Santa Lucia, a sette anni, insieme a Luigi, fu mandato a Parigi in un collegio diretto da uno zio materno; i due fratelli erano dotati di una particolare intelligenza che li vide primeggiare nello studio delle Lettere al confronto degli altri studenti della struttura. Dopo aver lasciato il Collegio, rivolsero lo studio verso l'Architettura stimolati dal contesto culturale di Parigi. Nel maggio 1806 ritornarono a Napoli e si misero al lavoro grazie alla salita al trono di Giuseppe Bonaparte che avviò un rigoroso programma di rinnovo edilizio della capitale del Regno. Stefano progettò quattro importanti mercati urbani, l'ampliamento della Strada di Santa Lucia, la sistemazione di alcuni locali del Real Museo come Accademia di Belle Arti. Nel 1810 ricevette l'incarico di ristrutturare via Foria insieme a Gaetano Schioppa e tra il 1811 e il 1812 fu incaricato di progettare l'Osservatorio astronomico di Capodimonte con l'assitenza dell'ingegnere Gioacchino Avellino. Dopo la Restaurazione e il ritorno dei Borbone di Napoli un ambizioso disegno di riunire i vari ministri, fino ad allora sparsi per la città, in un unico palazzo fu realizzato grazie a un progetto, a firma di Antonio De Simone, Vincenzo Buonocore, Stefano e Luigi Gasse. Il nuovo palazzo, nell'insula di San Giacomo, uno più estesi d'Europa, una volta realizzato, contò 816 stanze e 10 corridoi, con la prima galleria in ferro e vetro in Italia. Successivamente Stefano ebbe incarichi di natura privata come la ristrutturazione di Villa Dupont ai Ponti Rossi, di Villa Chierchia, Villa Rosebery e Villa Sofia a Posillipo. Nel 1822 fu nominato professore onorario presso l'Accademia di Belle Arti. Nello stesso decennio gli fu commissionato un progetto che potesse tenere alla larga il contrabbando e favorire il commercio marittimo e terrestre: il muro finanziere lungo undici miglia (20,300 chilometri) che partiva dal ponte della Maddalena fino a Posillipo, lambendo Poggioreale, Capodichino, Capodimonte e Fuorigrotta. L'opera era costituita esclusivamente da barriere daziarie che attualmente sono state demolite quasi tutte tranne quella di CapodichinoTantissime le sue opere,tra le quali annoveriamo ancora l'ingresso dorico del cimitero di Poggioreale. Morì il 21 febbraio 1840 colto da un ictus cerebrale e fu seppellito nel Quadrato degli uomini illustri nel cimitero che si stava ancora edificando 
Nell'immagine, la galleria in ferro e vetri del palazzo San Giacomo

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